Svolta importantissima per migliaia di lavoratori: chi soffre di certi problemi di salute ora può andare in pensione molto prima.
Pensione anticipata per migliaia di lavoratori: la svolta che tutti gli italiani attendevano con ansia, finalmente è arrivata. Chi soffre di certi problemi di salute potrà lasciare il lavoro con parecchi anni di anticipo rispetto a quanto stabilito dalla legge Fornero.
In pensione prima, anzi, molto prima: la svolta è finalmente arrivata. Molti lavoratori potranno smettere di timbrare il cartellino con parecchi anni di anticipo sulla tabella di marcia. Questa notizia riguarda, principalmente, chi soffre di determinate patologie che compromettono la capacità stessa di svolgere il proprio lavoro.
Ricordiamo che, ad oggi, essendo ancora in vigore la legge Fornero, per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria è necessario avere almeno 67 anni di età e non meno di 20 anni di contributi (15 per chi rientra in una delle tre deroghe Amato). Non solo, è anche necessario aver raggiunto un assegno previdenziale pari almeno all’importo dell’assegno sociale che, per il 2024, corrisponde a 534,41 euro al mese.
Esistono diverse strade da percorrere per riuscire a smettere di lavorare un po’ prima, ma tutte le opzioni di pensione anticipata attualmente in vigore chiedono di aver maturato molti anni di contributi. C’è una misura che, invece, consente di accedere alla pensione con largo anticipo e con solo 20 anni di contribuzione.
In pensione prima dei 60 anni se soffri di queste patologie
Chi soffre di determinate patologie può andare in pensione molto prima rispetto all’età pensionabile stabilita dalla legge Fornero. Inoltre basteranno pochi anni di contributi e non si avranno tagli sull’assegno previdenziale che si riceverà ogni mese. Vediamo tutto nei dettagli.
Chi ha una percentuale d’invalidità alta può scegliere tra diverse misure di prepensionamento: Quota 41, Ape sociale, Opzione donna, ad esempio, consentono di andare in pensione prima se il soggetto ha un’invalidità civile pari o superiore al 74%. Non solo: queste misure sono fruibili anche dai caregiver che si prendono cura di un familiare con invalidità pari o superiore al 74%.
Tuttavia Quota 41 richiede di avere almeno 41 anni di contributi, mentre Opzione Donna e Ape sociale comportano pesanti tagli sull’assegno previdenziale. Con Opzione donna, infatti, la pensione viene interamente ricalcolata con il metodo contributivo, mentre con Ape sociale l’assegno mensile non può mai superare i 1500 euro.
Decisamente più conveniente la pensione anticipata d’invalidità che permette di andare in pensione a 56 anni alle donne e a 61 anni agli uomini. Questa misura si rivolge solo ai dipendenti del settore privato e per fruirne è necessario soddisfare due requisiti, ovvero avere almeno 20 anni di contributi e un’invalidità specifica pari o superiore all’80%.
Deve trattarsi poi non di generica invalidità civile, ma di un’invalidità specifica che renda impossibile al lavoratore lo svolgimento della propria mansione. Può fruire di questa misura di pensione anticipata, ad esempio, chi soffre delle seguenti patologie:
- Morbo di Parkinson;
- Epilessia;
- Sclerosi multipla;
- AIDS;
- Morbo di Crohn o malattie intestinali croniche;
- dDabete mellito;
- Problemi all’apparato cardiocircolatorio;
- Obesità;
- Malattie mentali;
- Artrosi;
- Artrite;