L’Assegno Unico universale in questi mesi ha salvato molte famiglie dalla povertà. Oggi torna con una versione potenziata.
In questi mesi abbiamo imparato a conoscere l’importanza dell’Assegno unico per mitigare le sofferenze economiche stanno patendo milioni di italiani. Oggi questa importante misura del tanto vituperato welfare italiano ha anche una ulteriore variante. Ecco come funziona l’Assegno Unico potenziato.
Come ben sappiamo, tra i primi provvedimenti del Governo presieduto da Giorgia Meloni c’è stato quello di cancellare la misura vessillo del Movimento 5 Stelle, il Reddito di cittadinanza. Un sussidio di Stato che, al netto di disfunzioni e ruberie, aveva aiutato milioni di cittadini a non essere risucchiati dalla povertà più assoluta.
Dopo l’abolizione del Reddito di cittadinanza, il Governo ha dunque istituito l’assegno unico e universale, come misura di sostegno economico introdotta per semplificare e potenziare il supporto alle famiglie con figli a carico. Questo assegno è destinato a tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito, e si calcola in base alla situazione economica del nucleo familiare, tenendo conto dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Oggi, come accennavamo, l’Assegno Unico universale ha anche una sua versione potenziata. Scopriamo insieme in cosa consiste, perché potrebbe essere davvero una svolta per tanti cittadini in difficoltà.
Siamo qui a darvi conto, dunque, di una una notizia sorprendente che potrebbe interessare molte famiglie italiane: l’assegno unico per i figli potrebbe essere percepito anche se il figlio svolge un’attività lavorativa. Questa novità, se confermata, rappresenterebbe un cambiamento significativo nelle modalità di accesso a questo importante sostegno economico per le famiglie.
Secondo recenti indiscrezioni, l’assegno unico potrebbe essere concesso anche nel caso in cui il figlio beneficiario abbia un lavoro. Attualmente, le regole prevedono che l’assegno sia erogato per i figli fino ai 21 anni, ma non è chiaro se questa età limite rimarrà invariata o se verranno introdotte ulteriori modifiche.
La possibilità di percepire l’assegno anche se il figlio lavora rappresenterebbe una notevole apertura rispetto alle norme precedenti, che escludevano i figli con reddito da lavoro. Ovviamente, come per ogni misura di welfare, vi sono dei requisiti da rispettare quali l’età del figlio, il reddito dello stesso e la situazione generale della famiglia, cristallizzata dall’ISEE, fondamentale per ottenere ogni forma di bonus e incentivo.
Non parliamo ancora, comunque, di nulla di certo. Qualora tutto dovesse acquisire concretezza, dovranno essere fornite indicazioni specifiche su come presentare la domanda e su quali documenti saranno richiesti per dimostrare la situazione lavorativa del figlio.
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