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Pensioni, oltre il danno la beffa: chi non riesce a maturare i contributi perde tutto

Gli italiani continuano ad essere beffati. In tanti perderanno i soldi della pensione per colpa dei contributi non maturati.

I contributi sono l’elemento chiave per andare in pensione. Tutti gli scivoli pensionistici prevedono un requisito contributivo da rispettare. Non soddisfacendolo sarà addio ai soldi.

Quando si può dire addio alla pensione Ispacnr.it

Il sistema previdenziale italiano si basa sui contributi ossia sugli anni di lavoro maturati. Chi non raggiunge una determinata soglia non potrà andare in pensione. Il numero di contributi da accumulare varia in base al metodo di pensionamento. Bastano 20 anni per la pensione di vecchiaia e la pensione contributiva a 64 anni mentre volendo optare per altre uscite ne serviranno molti di più, dai 30 ai 42 anni e dieci mesi di contribuzione.

In alternativa occorrerà attendere i 71 anni di età per poter lasciare il mondo del lavoro con soli 5 anni di contributi. Tutte queste cifre, però, potrebbero presto cambiare perché l’aspettativa di vita è tornata a salire e dal 2026 assisteremo ad importanti novità che faranno tardare il momento del pensionamento e lo renderanno più complesso. Eppure il rischio di non raggiungere i requisiti previsti dal sistema previdenziale italiano è di perdere tantissimi soldi, tutti quelli versati durante la carriera lavorativa.

Quanti soldi si perdono non raggiungendo il requisito minimo di pensionamento

Iniziamo con delle puntualizzazioni sul requisito minimo di pensionamento. Facciamo riferimento all’uscita per tutti i lavoratori, la pensione di vecchiaia. Come detto bastano 20 anni di contributi ma attenzione, non sempre un anno di lavoro corrisponde ad un anno di contributi. Nel 2024 occorre superare i 239,44 euro lordi a settimana di retribuzione (950 euro lordi al mese) affinché vengano riconosciuti esattamente i contributi.

Tantissimi soldi persi non raggiungendo i requisiti minimi di pensionamento Ispacnr.it

Chi lavora part time e guadagna meno, ad esempio, dovrà lavorare per un periodo superiore ai 12 mesi per ottenere un anno di contributi. Da qui il pericolo di non raggiungere il requisito minimo di pensionamento. Se poi aggiungiamo il lavoro in nero e la soglia limite di 1.415 euro lordi al mese per accedere alla pensione (l’assegno pensionistico deve essere pari all’Assegno sociale) il pericolo aumenta.

Quanti soldi si perderebbero? Ipotizziamo un lavoro in regola per 10 anni e uno stipendio di 2.000 euro lordi al mese. La perdita sarebbe di 85.800 euro dovendo versare ogni mese il 33% dello stipendio. Con un lavoro part time per 20 anni e retribuzione di 800 euro lordi al mese, invece, si potrebbe andare in pensione solo a 71 anni avendo iniziato a lavorare dopo il 1996 e si perderebbero non raggiungendo i requisiti minimi 68.600 euro.

Valentina Trogu

Giornalista pubblicista, Web content writer, scrittrice e mediatrice familiare. Laureata in sociologia-analisi delle politiche sociali. Mi occupo della stesura di articoli toccando varie tematiche tra cui economia, salute, tecnologia, attualità. In questo modo posso coltivare la mia passione per la scrittura e cercare di rendere fruibili le informazioni ad un maggior numero di persone.

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