I dispositivi indossabili come gli orologi smart, ovvero gli smartwatch, continuano a riscuotere ampio successo, ma funzionano davvero?
Al momento è attesissima l’uscita degli smart ring, i successori degli smartwatch; questi dispositivi permettono di monitorare le funzioni biologiche ed è per questo che tantissime persone li indossano, e non solo chi fa sport. La “moda” degli smartwatch ha visto un successo pari all’avvento dei cellulari, e sempre più utenti utilizzano gli orologi coi sensori per tenere sotto controllo la propria salute.
Tuttavia, non è la prima volta che qualcuno si chiede se siano dispositivi davvero efficaci e precisi nelle loro misurazioni. In fondo, se ad esempio vogliamo misurare la pressione sanguigna possiamo acquistare un dispositivo medico, che ha dovuto superare dei rigorosi test prima di essere definito tale. La regolamentazione, invece, non vale per gli smartwatch. Ecco che alcuni studiosi hanno voluto approfondire e hanno analizzato le performance dei principali modelli di orologi smart, per capire se offrissero i risultati promessi.
Il successo degli orologi smart – e si presume quello che attende gli smart ring – è dovuto al fatto che gli sportivi possono tenere sotto controllo le funzioni biologiche e le performance; ma poi l’utilità dei dispositivi indossabili è stata apprezzata anche da persone che non praticano esercizi o allenamenti. Infatti con uno smartwatch si può misurare anche la qualità del sonno, l’ossigenazione del sangue, la funzionalità dell’apparato cardiocircolatorio e individuare alcune problematiche come l’aritmia.
Ma davvero questi orologi tecnologici funzionano al pari di dispositivi medici? Un team di ricercatori ha cercato di dare una risposta e ha analizzato numerosi modelli di smartwatch. Dai risultati dei test sono emerse alcune criticità che dovrebbero far riflettere, o comunque incentivare le Autorità a regolamentare meglio l’inserimento degli smartwatch nella categoria dei dispositivi medici. Ecco alcuni dei problemi riscontrati dagli esperti:
La volontà dei ricercatori non era quella di demonizzare i dispositivi indossabili, piuttosto di far comprendere ai consumatori che non si tratta di macchinari professionali, e che quindi non possono sostituirsi ad esami di routine. Le aziende, dal canto loro, dovrebbero essere sottoposte a controlli, ma mancano normative ad hoc perché gli smartwatch sono dispositivi recenti. In conclusione, chi si affida a questi strumenti per monitorare il proprio stato di salute è invitato a effettuare visite mediche se sospetta di avere qualche problema di salute, come la pressione alta o l’aritmia cardiaca.
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