Fisco, quando scatta il pignoramento del conto: soltanto in questi casi non possono mai farlo

Il pignoramento del conto corrente rappresenta una delle misure più incisive che un creditore può adottare per recuperare un credito insoluto.

Le modalità e i limiti di tale procedura variano a seconda della tipologia di debitore e delle somme interessate. Il quadro normativo italiano stabilisce delle regole precise per garantire un equilibrio tra la tutela del creditore e i bisogni vitali del debitore, specialmente quando si tratta di redditi derivanti da lavoro o pensione.

Pignoramento
Pignoramento (ispacnr.it)

Innanzitutto, è importante sottolineare che il pignoramento del conto corrente può essere richiesto sia da creditori privati sia dall’Agenzia delle Entrate, ma le modalità di esecuzione variano. La procedura inizia con la notifica dell’atto di pignoramento al debitore e alla banca, che include dettagli sul credito, il titolo esecutivo e l’ordine alla banca di congelare le somme presenti fino al soddisfacimento del debito. L’udienza successiva consentirà al giudice di decidere sull’assegnazione delle somme al creditore.

Protezioni per lavoratori dipendenti e pensionati

Per i lavoratori dipendenti e i pensionati, la legge prevede delle protezioni specifiche. Le somme accreditate sul conto corrente prima della notifica del pignoramento, derivanti da stipendio o pensione, sono intoccabili fino al triplo dell’assegno sociale, una cifra che nel 2024 si aggira intorno ai 1.600 euro. Di conseguenza, solo l’eccedenza può essere pignorata. Questa protezione, tuttavia, non si applica ad altre tipologie di entrate, come redditi da affitto o altre fonti.

Un altro aspetto fondamentale riguarda le somme accreditate sul conto corrente dopo la notifica del pignoramento. In questo caso, il creditore può pignorare solo un quinto delle mensilità future accreditate. Il calcolo di questo quinto si fa sul netto dello stipendio o della pensione, assicurando che il debitore mantenga una parte significativa del suo reddito. Per le pensioni, prima di calcolare il quinto, si deve considerare il cosiddetto “minimo vitale”, che è pari a due volte l’assegno sociale, e che non può scendere sotto i 1.000 euro.

Come difendersi
Come difendersi (ispacnr.it)

Nel caso in cui il creditore sia l’Agenzia delle Entrate, le limitazioni sono diverse. In questo scenario, il pignoramento dello stipendio o della pensione avviene secondo scaglioni, a seconda dell’importo mensile percepito: un decimo per importi fino a 2.500 euro, un settimo per importi tra 2.500 e 5.000 euro, e un quinto per importi superiori a 5.000 euro.

È importante anche notare che, se sul conto corrente il saldo è negativo al momento del pignoramento, le somme successive accreditate non possono essere toccate fino a quando non portano il saldo in positivo. Questo significa che il creditore non potrà recuperare nulla finché il conto non tornerà in attivo.

Il creditore ha l’obbligo di iscrivere il pignoramento a ruolo entro trenta giorni dalla notifica, presso il tribunale competente, pena la nullità del procedimento. Se la banca non esegue l’ordine di pagamento, il creditore può chiedere al giudice l’assegnazione delle somme. Questa procedura, benché complessa, offre comunque delle garanzie sia al debitore, che vede tutelata una parte del suo reddito, sia al creditore, che ha la possibilità di recuperare il credito in modo parziale ma legittimo.

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