A novembre, per molti pensionati italiani, l’assegno mensile sarà un po’ più pesante grazie alla rivalutazione degli importi.
Questo processo, già avviato nel mese di ottobre, continua anche a novembre, con effetti più significativi per coloro che percepiscono le pensioni minime, in particolare per i pensionati con più di 75 anni. Questi ultimi vedranno un incremento del 2,7%, che si traduce in un aumento massimo di 16 euro mensili. Questo adeguamento porterà la pensione minima da 598,61 euro a 614,77 euro.
In aggiunta agli aumenti, alcuni pensionati riceveranno anche eventuali arretrati non ancora percepiti nei mesi precedenti. Questi arretrati verranno accreditati insieme all’assegno di novembre. È importante, pertanto, che i pensionati controllino il proprio cedolino tramite il servizio online dell’Inps per verificare gli importi erogati e le motivazioni di eventuali variazioni.
Pensioni, scattano gli aumenti per tutti
Inoltre, novembre segna anche l’ultimo mese dell’anno in cui vengono applicate le trattenute addizionali sugli assegni pensionistici, sia a livello regionale che comunale. Queste trattenute, relative all’anno fiscale precedente, vengono generalmente recuperate in 11 rate distribuite da gennaio a novembre. Per quanto riguarda le addizionali comunali, queste possono essere trattenute come acconto in 9 rate da marzo a novembre.
Il calendario dei pagamenti di novembre subirà delle variazioni a causa del ponte di Ognissanti. Infatti, il primo giorno disponibile per l’accredito sarà sabato 2 novembre, a partire dai pensionati i cui cognomi iniziano con le lettere A e B. Nei giorni successivi, i pagamenti proseguiranno secondo l’ordine alfabetico: lunedì 4 novembre toccherà ai cognomi C-D, martedì 5 novembre sarà la volta delle lettere E-K, e così via, fino a venerdì 8 novembre, quando verranno accreditate le pensioni ai titolari i cui cognomi iniziano con le lettere S-Z.
Guardando al futuro, in vista della Legge di Bilancio 2025, ci si aspetta che il governo possa intervenire nuovamente per aumentare gli importi delle pensioni minime. Anche se, al momento, non sono previste riforme organiche come modifiche a Quota 103 o altri strumenti di uscita anticipata dal lavoro, si discute la possibilità di anticipare a dicembre la perequazione, tenendo conto che l’inflazione effettiva del 2023 si è attestata al 5,6%, superiore al 5,4% provvisorio riconosciuto ai pensionati. Inoltre, la manovra potrebbe includere il nuovo “bonus Maroni”, destinato a incentivare chi sceglie di prolungare il proprio periodo lavorativo.
Sul tema delle pensioni, il dibattito politico è acceso. Da una parte, la maggioranza, guidata da Fratelli d’Italia, assicura che gli interventi sulle pensioni saranno una delle priorità della manovra finanziaria. Manlio Messina, vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia alla Camera, sottolinea che la legge di bilancio del governo Meloni si concentra su grandi priorità, tra cui l’aumento delle pensioni.
Dall’altra parte, le opposizioni, con la segretaria del Pd Elly Schlein, criticano l’approccio del governo, accusandolo di fare cassa sulle pensioni e di non avere una strategia chiara per la crescita economica e la riduzione delle disuguaglianze. Schlein attacca il governo Meloni sostenendo che i tagli alle pensioni finiscono per gravare principalmente sulle spalle delle donne.