Nel 2025, l’Italia si prepara a dire addio alle tradizionali ricette mediche cartacee, con la ricetta elettronica obbligatoria.
Questa transizione è sancita dalla nuova legge di bilancio, che prevede che tutte le prescrizioni mediche siano emesse in formato digitale. L’obiettivo è semplificare la gestione delle prescrizioni sanitarie a livello nazionale e migliorare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva.
Il passaggio alle ricette digitali non riguarda solo le “rosse”, utilizzate per i farmaci del Servizio sanitario nazionale, ma anche le “bianche”, impiegate per i farmaci a carico dei cittadini. Questa novità , inserita nella manovra di bilancio, diventerà effettiva con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, prevista entro la fine dell’anno. In questo modo, si conclude la fase sperimentale iniziata durante l’emergenza Covid, che ha già permesso a molti italiani di familiarizzare con il nuovo sistema.
Ricetta digitale: addio a quella cartacea
La digitalizzazione delle ricette è stata una proposta già inclusa nel disegno di legge sulle semplificazioni, ma la sua approvazione è ancora al vaglio della Camera. Per accelerare il processo, il Governo ha deciso di includerla direttamente nella manovra di bilancio. L’articolo 54 della legge stabilisce che tutte le prescrizioni legate al Servizio sanitario nazionale e ai Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’Aviazione civile, oltre che quelle a carico dei cittadini, dovranno essere emesse in formato elettronico.
Tuttavia, l’articolo non prevede obblighi o sanzioni per chi non utilizza le ricette elettroniche. Le regioni avranno il compito di assicurare l’attuazione della misura attraverso le autorità competenti, senza impedire a medici e cittadini di stampare le ricette se necessario. Per i medici di famiglia, questo cambiamento non comporterà grandi stravolgimenti. Sergio Bartoletti, vice segretario della Fimmg, ha spiegato che non tutti i farmaci presenti nelle ricette bianche sono dematerializzabili, come ad esempio sonniferi e tranquillanti.
Un’altra questione sollevata riguarda le difficoltà che i pazienti più anziani potrebbero incontrare con l’uso delle ricette elettroniche. Bartoletti ha sottolineato che continueranno a stampare le ricette per gli anziani che ne hanno bisogno, ma ha chiesto che anche gli altri medici specialisti, inclusi i dentisti, adottino il formato digitale per evitare di sovraccaricare i medici di famiglia.
La preoccupazione per l’impatto sociale della digitalizzazione è stata espressa anche da Tania Sacchetti, segretaria dello Spi Cgil per i pensionati. Sacchetti ha evidenziato l’assenza di misure di supporto, come sportelli o servizi di assistenza per le persone anziane o in difficoltà con il digitale. Il rischio, secondo lei, è di creare un nuovo elemento di esclusione sociale, in particolare per coloro che non hanno familiarità con la tecnologia.
Per prepararsi a questo cambiamento, sarà fondamentale che le istituzioni forniscano un adeguato supporto formativo ai medici e ai cittadini. Sessioni di formazione e assistenza tecnica potrebbero facilitare l’adozione delle ricette elettroniche, riducendo al minimo le difficoltà pratiche. Inoltre, l’inclusione di servizi di supporto per gli anziani potrebbe garantire che nessuno venga lasciato indietro in questa transizione digitale.
L’introduzione della ricetta digitale rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione del sistema sanitario italiano. Sebbene ci siano ancora sfide da affrontare, una pianificazione attenta e un supporto adeguato potrebbero rendere questa transizione un successo, migliorando l’efficienza e l’accessibilità delle cure sanitarie per tutti i cittadini.