100 euro netti in più in busta paga a dicembre e non si tratta della tredicesima: averli è semplicissimo

Il mese di dicembre 2024 si prospetta interessante per molti lavoratori italiani grazie all’introduzione di un nuovo bonus da 100 euro netti.

Questo incentivo, noto come “Bonus Natale”, è stato introdotto dal Decreto Omnibus e confermato dalla Circolare 19/E dell’Agenzia delle Entrate. Si tratta di un beneficio che nulla ha a che vedere con la tradizionale tredicesima, e offre un’opportunità unica per coloro che rientrano nei criteri di ammissibilità.

100 euro netti in più in busta paga a dicembre
Bonus da 100 euro per Natale (ispacnr.it)

Questa misura rappresenta una delle tante iniziative del governo per alleggerire il carico fiscale sui lavoratori, sebbene l’accesso al bonus sia riservato a una fascia specifica e limitata della popolazione lavorativa, con l’intento di concentrare il beneficio su chi ne ha realmente bisogno.

Bonus da 100 euro per Natale

Il Bonus Natale rappresenta un’indennità una tantum di 100 euro netti destinata ai lavoratori dipendenti in specifiche condizioni economiche e familiari. Questa misura fa parte della riforma fiscale del governo volta a ridurre la pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente. Un vantaggio significativo è che il bonus non concorre alla formazione del reddito complessivo, e quindi, non è soggetto a tassazione, permettendo ai beneficiari di ricevere l’intero importo netto.

non si tratta della tredicesima: averli è semplicissimo
Bonus Natale (ispacnr.it)

Il bonus è destinato a una platea ben definita di lavoratori. Per poterne beneficiare, è necessario soddisfare una serie di requisiti piuttosto stringenti:

  1. Essere lavoratori dipendenti: Il bonus è riservato a coloro che hanno un reddito derivante da lavoro dipendente nel corso del 2024.
  2. Reddito complessivo: Il reddito complessivo del beneficiario, inclusi redditi assoggettati a cedolare secca e regimi forfettari, non deve superare i 28.000 euro. È importante notare che il reddito della casa di abitazione non viene conteggiato.
  3. Condizioni familiari: Il lavoratore deve avere un coniuge non legalmente ed effettivamente separato e almeno un figlio a carico, riconosciuto o adottivo. In alternativa, il bonus è accessibile a nuclei familiari monogenitoriali con almeno un figlio a carico, sotto specifiche condizioni come il decesso o il non riconoscimento da parte dell’altro genitore.
  4. Imposta lorda: L’imposta lorda del beneficiario deve superare la detrazione spettante. Ciò esclude i lavoratori nella no tax area, dove la detrazione da lavoro dipendente annulla l’Irpef dovuta.

La circolare dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che il bonus può essere concesso anche in assenza di un coniuge, purché il lavoratore faccia parte di un nucleo monogenitoriale. Questo significa che il bonus è accessibile se l’altro genitore è deceduto, non ha riconosciuto il figlio o se il bambino è stato adottato o affidato a un solo genitore.

Il bonus di 100 euro è calcolato in proporzione ai mesi lavorati nel 2024. Per ricevere l’importo completo, il lavoratore deve essere stato impiegato per tutto l’anno. Se, ad esempio, un lavoratore ha iniziato a lavorare a giugno, riceverà un bonus ridotto di 50 euro, calcolato come (100/12) * 6. Non è prevista alcuna riduzione dell’importo per coloro che lavorano part-time.

I datori di lavoro, in qualità di sostituti d’imposta, sono responsabili per l’erogazione del bonus, che sarà corrisposto insieme alla tredicesima di dicembre. Tuttavia, il pagamento è subordinato a una richiesta scritta da parte del dipendente. Quest’ultimo deve presentare un modulo, fornito dall’azienda, in cui dichiara di possedere i requisiti necessari e indica il codice fiscale del coniuge e dei figli a carico.

È fondamentale presentare l’autodichiarazione con attenzione, poiché un eventuale errore potrebbe portare il datore di lavoro a richiedere la restituzione dell’importo non dovuto. Se si teme di superare la soglia dei 28.000 euro di reddito, si può scegliere di non richiedere il bonus in busta paga e di farne domanda tramite la dichiarazione dei redditi nel 2025, a condizione che ci sia sufficiente capienza Irpef.

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