Il Fisco italiano si appresta a fare un significativo salto di qualità grazie a un nuovo algoritmo potenziato dall’intelligenza artificiale.
Questo avanzamento tecnologico consentirà di analizzare in modo più preciso e automatizzato le dichiarazioni fiscali, individuando con maggiore efficienza i fattori di rischio e selezionando automaticamente le posizioni da sottoporre a controlli più approfonditi. Ma cosa significa tutto questo per i contribuenti e chi rischia di finire nel mirino del Fisco?
Il nuovo sistema di controllo, introdotto dal Dlgs n. 13/2024, rappresenta una vera e propria rivoluzione nel campo dell’analisi del rischio fiscale. Grazie all’uso di algoritmi avanzati, l’Agenzia delle Entrate potrà analizzare le dichiarazioni fiscali dei contribuenti, come quelle relative ai redditi e all’Iva, per individuare eventuali irregolarità o anomalie. Questo approccio mira a rendere i controlli più mirati ed efficienti, concentrandosi su quei contribuenti che presentano profili di rischio più elevati.
Come funziona il nuovo algoritmo dell’AdE
Il software è progettato per rilevare specifici “fattori di rischio“. Tra questi, vi sono le discrepanze tra il reddito dichiarato e le spese sostenute, incongruenze nei settori identificati come ad alto rischio di evasione fiscale, e pattern di comportamento sospetti. L’algoritmo estrarrà automaticamente le posizioni fiscali più suscettibili di controllo, basandosi su parametri prestabiliti.
Il nuovo sistema di analisi del rischio fiscale si concentrerà su diverse categorie di contribuenti. Professionisti e lavoratori autonomi potrebbero essere maggiormente esposti a controlli se non dispongono di una contabilità automatica o di documentazione adeguata, soprattutto se le spese sostenute sembrano sproporzionate rispetto ai guadagni dichiarati. Anche le imprese attive in settori ad alto rischio di evasione, come il commercio, i servizi e il turismo, saranno sotto la lente del nuovo algoritmo.
Un altro aspetto critico riguarda le dichiarazioni fiscali con errori formali o discrepanze nei dati. Anche una piccola imprecisione nella corrispondenza tra i redditi dichiarati e quelli verificabili tramite altre fonti, come le banche o i registri pubblici, potrebbe innescare l’attivazione dei controlli automatizzati. Inoltre, le dichiarazioni Iva che presentano incongruenze rispetto agli importi dichiarati in altre sezioni o che mostrano schemi di evasione saranno selezionate per ulteriori verifiche.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale nel controllo fiscale porta con sé numerosi vantaggi, tra cui la velocizzazione e l’accuratezza dei controlli, nonché la riduzione del rischio di errori umani. Tuttavia, l’automazione comporta anche un aumento del rischio di essere selezionati per un controllo, anche in caso di errori marginali o di piccole incongruenze accidentali nelle dichiarazioni. Questo significa che i contribuenti dovranno prestare maggiore attenzione alla precisione e alla completezza delle loro dichiarazioni fiscali, assicurandosi che siano coerenti e correttamente documentate.
In questo contesto, diventa fondamentale conservare attentamente tutti i documenti relativi a entrate e spese. In caso di segnalazione di incongruenze o di avvio di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate o della Guardia di Finanza, avere a disposizione una documentazione dettagliata e accurata permetterà di regolarizzare la propria posizione in modo più agevole.
Il nuovo approccio del Fisco non solo rappresenta un’innovazione tecnologica, ma segna anche un cambiamento di paradigma nel rapporto tra contribuenti e amministrazione fiscale. L’obiettivo è ottimizzare l’impiego delle risorse, indirizzando gli ispettori verso i casi con maggiori probabilità di evasione e riducendo al contempo il numero di controlli su posizioni a basso rischio. Tuttavia, questo comporta una maggiore responsabilità da parte dei contribuenti, che dovranno adattarsi alle nuove modalità di controllo per evitare sanzioni e complicazioni.