Quando ci si trova di fronte a una confezione di uova, si notano una serie di numeri stampati sia sul guscio sia sulla confezione.
Questo codice alfanumerico non è solo una stringa di numeri casuali, ma rappresenta un’etichetta che racchiude informazioni cruciali sul prodotto. Dal 2003, in seguito al Regolamento CE numero 2295, questa prassi è diventata obbligatoria per garantire la trasparenza verso i consumatori e assicurare la qualità e la sicurezza degli alimenti.
È evidente, quindi, che la scelta delle uova non dovrebbe essere presa alla leggera. Optare per prodotti provenienti da allevamenti biologici o aziende agricole di fiducia non solo assicura il benessere degli animali, ma migliora anche la qualità della nostra alimentazione. Questo tipo di consapevolezza è fondamentale per chi desidera un prodotto sano e sostenibile.
Cosa sono quei codici sulle uova: quali non vanno comprate
Il codice alfanumerico presente sulle uova è composto da 11 cifre, ognuna con un significato specifico. La prima cifra è forse la più importante per i consumatori attenti alla qualità della vita degli animali e alla propria salute. Essa indica la tipologia di allevamento da cui proviene l’uovo: “0” per allevamenti biologici, “1” per allevamenti all’aperto, “2” per allevamenti a terra, e “3” per allevamenti in gabbia. Questo primo numero è fondamentale per comprendere le condizioni in cui le galline ovaiole vengono allevate e, di conseguenza, la qualità delle uova che si stanno acquistando.
Le successive due lettere indicano il Paese di produzione. Ad esempio, se le uova provengono dall’Italia, troverete “IT”. Seguono tre numeri che rappresentano il codice ISTAT del comune di residenza dell’allevamento, due lettere che identificano la provincia e, infine, tre lettere che specificheranno il nome dell’allevamento. Questo livello di dettaglio permette non solo di conoscere l’origine del prodotto ma anche di rintracciare il produttore in caso di problemi sanitari.
Oltre al codice, un altro elemento fondamentale presente sull’etichetta è la data di scadenza, indicata con la dicitura “Entro giorno/mese/anno”. In alcuni casi, si può trovare l’indicazione “DEP giorno/mese/anno”, che specifica la data di deposizione delle uova. Questo è cruciale per garantire la freschezza del prodotto al momento dell’acquisto.
Le uova sono inoltre classificate in base alle dimensioni: S (piccole), M (medie), L (grandi), e XL (grandissime), e in categorie di freschezza. La categoria A Extra include uova fresche, non trattate e non refrigerate, che devono essere consumate entro il nono giorno dalla deposizione. La categoria A comprende uova fresche con una camera d’aria non superiore a 6 mm, con un termine minimo di conservazione di 28 giorni dalla deposizione. Infine, la categoria B riguarda uova di seconda qualità, destinate solo all’industria.
Scegliere le uova in base a questi codici è essenziale, soprattutto per evitare prodotti provenienti da allevamenti in gabbia, dove le condizioni di vita delle galline non sono ottimali. Tali pratiche possono influire negativamente sulla qualità nutrizionale delle uova. Le uova da allevamento biologico, al contrario, contengono maggiori quantità di sostanze antinfiammatorie come gli Omega3, più vitamine (soprattutto A ed E) e meno colesterolo.
Le tecniche di allevamento si dividono in quattro categorie principali: in gabbia, a terra, all’aperto e biologico. Gli allevamenti in gabbia spesso implicano condizioni di stress elevato per gli animali, con conseguenti effetti negativi sulla qualità delle uova. Gli allevamenti a terra, seppur meno restrittivi, possono ancora utilizzare metodi intensivi che prevedono luci artificiali e alimentazione integrata con antibiotici. Gli allevamenti all’aperto e biologici, invece, permettono agli animali di razzolare liberamente, garantendo così un maggiore benessere.