Il Natale di quest’anno potrebbe rivelarsi meno gioioso per molti pensionati italiani, in relazione alla tredicesima.
La riduzione della tredicesima è una realtà con cui molti dovranno fare i conti, e la situazione è ancora più critica per chi ha usufruito dell’Ape Sociale. Ma cosa sta realmente accadendo? Analizziamo nel dettaglio le dinamiche che hanno portato a questa situazione.
La tredicesima, conosciuta anche come gratifica natalizia, rappresenta un’importante integrazione al reddito per i pensionati. È un momento atteso che permette di affrontare con maggiore serenità le spese del periodo natalizio. Per chi è in pensione da più di un anno, il calcolo della tredicesima segue regole ben precise: essa viene maturata mensilmente e raggiunge un importo lordo equivalente all’ultimo assegno di pensione percepito nel mese di dicembre. Tuttavia, per chi è andato in pensione nel corso del 2024, la situazione cambia drasticamente.
La riduzione della tredicesima per i nuovi pensionati
Infatti, i pensionati che hanno cessato l’attività lavorativa nel 2024 non possono contare su un’intera tredicesima, ma solo su una porzione di essa, proporzionale ai mesi in cui hanno effettivamente percepito la pensione. Per esempio, un pensionato che ha iniziato a percepire la pensione a maggio 2024 avrà maturato solamente otto mesi di tredicesima. Pertanto, se il suo cedolino di dicembre ammonta a 1.000 euro lordi, la tredicesima sarà di poco superiore a 665 euro.
Un aspetto importante da considerare è che, per i mesi in cui queste persone erano ancora lavoratori attivi, la tredicesima è stata già in parte liquidata. Di solito, essa viene pagata come parte delle competenze di fine rapporto nell’ultima busta paga ricevuta come lavoratore dipendente. Questo elemento può alleggerire in parte l’amarezza per una tredicesima pensionistica ridotta, ma non risolve del tutto il problema.
Una situazione ancora più complessa riguarda i beneficiari dell’Ape Sociale. Questa misura, pensata per consentire un’uscita anticipata dal mondo del lavoro a determinate categorie svantaggiate, non prevede il pagamento della tredicesima. L’Ape Sociale, infatti, non è equiparata a una pensione vera e propria ma è considerata un’indennità sostitutiva erogata per 12 mensilità . Questo significa che, durante il periodo in cui si percepisce l’Ape Sociale, non viene maturata alcuna tredicesima, lasciando coloro che ne usufruiscono senza questo importante bonus natalizio.
L’Ape Sociale è stata introdotta per offrire un supporto a chi si trova in particolari condizioni di disagio, permettendo di smettere di lavorare già a 63 anni e 5 mesi, prima del raggiungimento della pensione di vecchiaia a 67 anni. Tuttavia, l’indennità concessa è soggetta a un tetto massimo di 1.500 euro lordi mensili, e l’assenza della tredicesima rappresenta un ulteriore svantaggio per chi ha scelto o dovuto scegliere questa strada.
Il taglio della tredicesima per i nuovi pensionati e l’assenza totale di essa per i beneficiari dell’Ape Sociale evidenziano le difficoltà strutturali del sistema pensionistico italiano. Queste misure, sebbene possano sembrare tecniche e legate a calcoli matematici, hanno un impatto concreto sulla vita quotidiana delle persone. Per molti pensionati, la tredicesima rappresenta un momento di sollievo economico, un’opportunità per affrontare le spese straordinarie del periodo natalizio o semplicemente per godersi qualche sfizio in più.
In un contesto economico in cui il costo della vita è in aumento e le famiglie devono fare i conti con spese sempre più elevate, la riduzione della tredicesima può accentuare la sensazione di insicurezza economica tra i pensionati. Il sistema pensionistico italiano, come molti altri in Europa, è sotto pressione a causa dell’invecchiamento della popolazione e delle crescenti aspettative di vita, che richiedono un riequilibrio tra contributi versati e prestazioni erogate.
In definitiva, la situazione della tredicesima ridotta per i pensionati del 2024 e l’assenza di essa per i beneficiari dell’Ape Sociale sono sintomi di un sistema che necessita di riforme strutturali. Queste riforme dovrebbero mirare a garantire una maggiore equità e sostenibilità , tenendo conto delle esigenze e delle aspettative di tutti i cittadini, e assicurando che nessuno debba affrontare un Natale amaro a causa di calcoli previdenziali.