Il 2025 rappresenta un anno cruciale per i nati nel 1963, poiché segna il momento in cui molti di loro potranno accedere alla pensione.
Queste misure offrono diverse opzioni per il pensionamento anticipato. Con il compimento dei 62 anni, i nati in quell’anno si trovano nella posizione ideale per valutare l’accesso alla pensione tramite due principali canali: la quota 41 per i lavoratori precoci e la quota 103.
Entrambe le opzioni richiedono 41 anni di contributi, ma differiscono in termini di requisiti e vantaggi.
La quota 41 per i lavoratori precoci
La quota 41 per i lavoratori precoci è particolarmente interessante poiché non prevede un limite di età. Tuttavia, è disponibile solo per determinate categorie di lavoratori: disoccupati, caregiver, invalidi e addetti a lavori gravosi. Inoltre, per accedere a questa misura, è necessario che almeno 35 dei 41 anni di contributi siano al netto dei contributi figurativi da disoccupazione o malattia, e che almeno un anno di contributi sia stato versato prima del compimento dei 19 anni di età.
I disoccupati possono beneficiare di questa misura se hanno completato il periodo di percezione della Naspi da almeno tre mesi. Gli invalidi, riconosciuti con una riduzione della capacità lavorativa del 74% o superiore, possono anch’essi accedere alla pensione tramite la quota 41. I caregiver, infine, devono dimostrare di assistere un familiare disabile convivente da almeno sei mesi.
Per quanto riguarda i lavori gravosi, la normativa prevede che le attività debbano essere state svolte per almeno 7 degli ultimi 10 anni o per 6 degli ultimi 7 anni. Le categorie di lavori gravosi includono, tra gli altri, operai agricoli, edili, marittimi, macchinisti, infermieri e addetti alla raccolta dei rifiuti.
La quota 103, invece, è accessibile a tutti i lavoratori che abbiano compiuto 62 anni e accumulato 41 anni di contributi, senza limitazioni relative all’attività svolta o alla presenza di patologie. Tuttavia, presenta alcune restrizioni: il pensionato non può svolgere attività lavorativa, eccetto quella occasionale e autonoma con un limite di reddito annuo di 5.000 euro. Inoltre, la pensione erogata non può superare il quadruplo del trattamento minimo fino al compimento dei 67 anni.
Un ulteriore svantaggio della quota 103 riguarda il calcolo della pensione, che avviene esclusivamente in base al sistema contributivo, potenzialmente meno vantaggioso per chi ha accumulato molti anni di contributi prima del 1996.
Scegliere tra quota 41 e quota 103
I lavoratori devono quindi valutare attentamente quale delle due opzioni sia più conveniente per le loro esigenze personali e professionali. La scelta tra la quota 41 e la quota 103 dipende non solo dai requisiti contributivi e anagrafici, ma anche da considerazioni economiche e di vita futura.
Per evitare tagli e garantire una transizione fluida verso la pensione, è fondamentale preparare la domanda con cura, assicurandosi di soddisfare tutti i requisiti richiesti dalla misura scelta. I lavoratori possono rivolgersi a esperti del settore o a enti di previdenza per assistenza nella compilazione della domanda e per ottenere consigli su quale opzione sia più vantaggiosa per il loro caso specifico.