Torna il Reddito di Cittadinanza? La proposta e i nuovi requisiti: cosa cambia nel 2025

Reddito di cittadinanza: potrebbe tornare nel 2025/2026, c’è la proposta in Manovra. Ecco tutti gli ultimi dettagli

Negli ultimi anni, il tema del Reddito di Cittadinanza ha dominato il dibattito politico italiano, in particolare da quando, a partire da settembre 2023, è stato sostituito da due nuovi strumenti: l’Assegno di Inclusione e il Supporto Formazione e Lavoro. L’introduzione di queste misure ha sollevato un acceso confronto tra sostenitori e oppositori, con molte critiche mosse nei confronti del governo per la riduzione della platea di beneficiari e per il calo degli importi destinati a chi si trova in difficoltà economica.

Torna il Reddito di Cittadinanza?
La proposta per ripristinare il Reddito di Cittadinanza – (ispacnr.it)

Il Reddito di Cittadinanza, introdotto nel 2019, aveva come obiettivo principale quello di combattere la povertà e favorire l’inclusione sociale. Tuttavia, con il passare del tempo, il governo ha ritenuto necessario apportare modifiche, portando all’implementazione dell’Assegno di Inclusione, che ha escluso gran parte dei beneficiari precedentemente assistiti. Questa misura è stata concepita per garantire un supporto limitato a categorie specifiche, come anziani, minori di 3 anni e persone con disabilità. Di conseguenza, molti cittadini che prima ricevevano un sostegno economico significativo si sono ritrovati a dover affrontare una nuova realtà, caratterizzata da aiuti inferiori e da una burocrazia più complessa.

A partire da gennaio 2024, l’Assegno di Inclusione ha sostituito completamente il Reddito di Cittadinanza. Chi appartiene a categorie non protette, come i giovani e gli adulti senza carichi familiari, può accedere al Supporto Formazione e Lavoro, ma solo se si impegna in attività di formazione o lavori socialmente utili. Questo supporto, tuttavia, è limitato a soli 350 euro al mese, una cifra che risulta insufficiente per molte persone costrette a vivere in condizioni di precarietà. Secondo i dati forniti dall’INPS, nel giugno 2024 il numero di beneficiari dell’Assegno di Inclusione si era ridotto a circa 1,7 milioni, mentre solo alcune centinaia di migliaia di persone avevano accesso al Supporto Formazione e Lavoro. Si tratta di una diminuzione considerevole rispetto ai milioni di cittadini che ricevevano il Reddito di Cittadinanza, generando un giustificato allarme tra le associazioni di categoria e i gruppi di attivisti.

La proposta di ripristino del Reddito di Cittadinanza

In questo contesto di crescente insoddisfazione, il Movimento 5 Stelle ha lanciato una proposta ambiziosa: un emendamento alla Legge di Bilancio che prevede il ripristino del Reddito di Cittadinanza per il biennio 2025-2026. Questa proposta si inserisce all’interno di un pacchetto di misure che include anche la richiesta di un salario minimo di 9 euro all’ora, sostenuta da diverse forze politiche. I sostenitori del Reddito di Cittadinanza sottolineano l’importanza di reintrodurre questa misura, affermando che essa rappresenterebbe un fondamentale strumento per combattere la povertà e l’esclusione sociale, obiettivi che, a loro avviso, non possono essere raggiunti con le attuali misure a disposizione.

Proposta in Parlamento
La discussione in Parlamento – (ispacnr.it)

Il costo previsto per il ripristino del Reddito di Cittadinanza è stimato intorno ai 12 miliardi di euro solo per il 2025. Questo aspetto suscita preoccupazioni riguardo alla sostenibilità finanziaria della misura, ma molti cittadini, in particolare quelli che si trovano in situazioni di vulnerabilità, guardano con speranza a questa proposta, ritenendola una via necessaria per alleviare le difficoltà economiche che affrontano quotidianamente.

La discussione dell’emendamento in Parlamento si preannuncia cruciale. Sarà interessante osservare le reazioni del governo e le possibili alleanze politiche che si potrebbero formare attorno a questa proposta. Non è solo una questione di numeri, ma si tratta di una questione di dignità e di diritti fondamentali per migliaia di famiglie italiane che vivono in condizioni di difficoltà. Le prossime settimane saranno decisive nel definire il futuro del sostegno economico ai cittadini italiani e nel determinare se il governo deciderà di fare un passo indietro rispetto alle recenti riforme.

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