Rivalutazioni pensione, c’è la lista degli esclusi: non tutti avranno gli aumenti, verifica se sei fuori

Pensioni, nel 2025 non tutti avranno la rivalutazione: gli esclusi e i motivi. Attivati se sei un profilo a rischio

Nel contesto della Manovra 2025, il governo di Giorgia Meloni ha preso decisioni che avranno un impatto significativo sugli assegni pensionistici, in particolare per le categorie più vulnerabili. Sebbene il tema delle pensioni sia sempre stato al centro del dibattito politico, la mancanza di un adeguato slancio verso una rivalutazione significativa degli assegni pensionistici nel 2025 ha suscitato preoccupazioni tra i pensionati italiani, soprattutto per quanto riguarda coloro che risiedono all’estero.

Pensioni no rivalutazione
Brutte notizie per alcuni pensionati – (ispacnr.it)

In un contesto di inflazione stagnante e di costi in aumento, è fondamentale che il governo consideri misure più efficaci per garantire il benessere dei pensionati, evitando ulteriori esclusioni e promuovendo una maggiore equità nel sistema pensionistico.

Rivalutazione limitata: ecco per chi

Uno degli aspetti più controversi della Manovra 2025 è l’esclusione dei pensionati residenti all’estero dalla rivalutazione automatica degli assegni. Questo è stato formalizzato nell’articolo 27 del testo della manovra, che stabilisce che “in via eccezionale, per l’anno 2025”, la rivalutazione non sarà riconosciuta ai pensionati che risiedono al di fuori dei confini nazionali, a meno che non ricevano un trattamento pensionistico complessivo inferiore al trattamento minimo Inps.

Preoccupazione tra i pensionati
I rischi per un folto numero di pensionati – (ispacnr.it)

Questa decisione colpisce in modo particolare i pensionati italiani all’estero, che già affrontano diverse difficoltà legate al costo della vita nei paesi in cui risiedono. Infatti, la maggior parte di questi pensionati ha costruito la propria vita e il proprio reddito in un contesto che può essere molto diverso da quello italiano. In molti casi, ricevono pensioni da Stati esteri, ma sono comunque legati al sistema previdenziale italiano e si aspettavano un trattamento equo.

Secondo le stime governative, alla fine del 2023, ben 353.514 italiani risiedono all’estero e ricevono una pensione. La maggior parte di questi pensionati percepisce un assegno minimo, ma ci sono anche 60.746 pensionati che ricevono importi superiori e che, a causa della nuova normativa, non beneficeranno della rivalutazione nel 2025.

Per i pensionati che risiedono in Italia, la situazione non è molto migliore. Le pensioni minime subiranno un aumento di soli 1,8 euro nel gennaio 2025, il che rappresenta una crescita reale dello 0,3%. Questi dati sono stati recentemente pubblicati nel decreto del Ministro dell’Economia e del Lavoro, suscitando malcontento tra i pensionati che avevano sperato in un aumento più sostanzioso.

L’aumento previsto porterà il trattamento minimo da 598,61 euro a 603,40 euro, e con una maggiorazione extra del 2,2%, il totale arriverà a 616,67 euro. Sebbene questo possa sembrare un incremento, è evidente che non è sufficiente a compensare l’aumento del costo della vita e l’inflazione, che continua a rappresentare una preoccupazione per molti pensionati.

Uno dei fattori chiave che influenzano la rivalutazione delle pensioni è l’andamento dell’inflazione. Negli ultimi anni, l’inflazione ha subito una crescita sostenuta, permettendo rivalutazioni più generose per i pensionati. Tuttavia, per il 2025, l’inflazione da recuperare sarà solo dello 0,8%, il che significa che gli incrementi degli assegni pensionistici saranno molto contenuti.

Questa situazione è preoccupante, in quanto molti pensionati si trovano già in difficoltà economiche e una rivalutazione così limitata non aiuterà a migliorare le loro condizioni di vita. Inoltre, con l’aumento dei costi per beni e servizi, molti pensionati si troveranno a dover fare i conti con un potere d’acquisto sempre più ridotto.

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