Tari, se c’è questo difetto ti spetta il rimborso immediato: molte famiglie ne hanno diritto senza saperlo

La TARI è la tassa comunale che riguarda i servizi di raccolta e gestione dei rifiuti. In alcuni casi si può non pagare

La questione della raccolta dei rifiuti è un tema di grande rilevanza per molti cittadini italiani, specialmente in un periodo in cui le difficoltà nella gestione dei rifiuti urbani sono sempre più evidenti. La Tari, acronimo di Tassa sui Rifiuti, è il tributo che i cittadini devono versare per finanziare i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, cosa succede quando il servizio di raccolta non viene effettuato in modo adeguato? In questo articolo esploreremo le condizioni per richiedere un rimborso della Tari a causa di una mancata raccolta dei rifiuti e come procedere per ottenerlo.

Tari da non pagare
La tassa sulla raccolta dei rifiuti – (ispacnr.it)

La Tari è un tributo fondamentale per il finanziamento dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. È un’imposta comunale, quindi i cittadini devono versare il pagamento al comune di riferimento. Tuttavia, è importante che i servizi per cui si paga siano effettivamente forniti.

In quali casi si può non pagare la TARI

La mancata raccolta dei rifiuti è un problema purtroppo frequente in diverse città italiane. Le conseguenze di questa situazione sono molteplici: oltre a compromettere il decoro urbano, il non ritiro della spazzatura porta a odori sgradevoli e può diventare un serio problema di igiene pubblica, favorendo la proliferazione di ratti, insetti e altre forme di vita nocive. In molte aree urbane, gli abitanti si sono visti costretti a segnalare il problema alle autorità locali, spesso senza ricevere risposte soddisfacenti.

Quando non pagare la TARI
Come non pagare la TARI – (ispacnr.it)

Un’importante sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di Roma ha stabilito che i cittadini possono richiedere un rimborso della Tari nel caso in cui il servizio di raccolta rifiuti non venga effettuato. Questa sentenza è stata emessa dopo un ricorso presentato da alcuni residenti del quartiere Settebagni, che avevano subito disservizi nella raccolta dei rifiuti nel 2017 e 2018. Inizialmente, il rimborso era stato riconosciuto al 20%, ma la Corte ha successivamente aumentato l’importo all’80%, stabilendo un precedente importante per altri cittadini che si trovano nella medesima situazione.

In linea generale, hanno diritto al rimborso della Tari i cittadini che hanno subito disservizi nella raccolta dei rifiuti. È importante notare che il diritto al rimborso non si limita solo ai casi di mancata raccolta, ma si estende anche a situazioni di errore nella determinazione della tariffa, come il doppio pagamento o errori di metratura.

Le principali situazioni in cui si può avere diritto a un rimborso della Tari includono:

  • Mancata raccolta: Se il servizio di raccolta dei rifiuti non è stato effettuato sistematicamente.
  • Doppio pagamento: In caso di errori amministrativi che portano a pagamenti ripetuti della stessa tassa.
  • Errore di calcolo: Se il comune ha applicato una tariffa errata o non corretta.

La procedura di richiesta.

  1. Raccogliere Documentazione: È essenziale avere a disposizione le ricevute di pagamento della Tari e qualsiasi prova documentale della mancata raccolta.
  2. Contattare il Comune: Ogni comune ha un proprio procedimento per la richiesta di rimborso. È possibile trovare le informazioni necessarie sul sito web ufficiale del comune o contattando gli uffici competenti.
  3. Presentare la Richiesta: Potrebbe essere necessario compilare un modulo di richiesta o presentare un’autodichiarazione. È fondamentale seguire le indicazioni specifiche fornite dal proprio comune.
  4. Attendere il Rimborso: Una volta presentata la richiesta, il comune ha un periodo di 180 giorni per effettuare i controlli e procedere al rimborso. Se la richiesta viene negata, è possibile presentare ricorso entro 60 giorni dalla comunicazione.
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