Il nuovo anno porta con sé importanti aggiornamenti riguardanti le pensioni, ma non si tratta di buone notizie. Cosa sapere.
Il cedolino di pagamento della pensione di gennaio 2025, previsto per il 3 del mese, non sembra riservare buone notizie per tutti i pensionati. Nonostante l’attesa rivalutazione, molti si ritroveranno con un importo netto più basso rispetto ai mesi precedenti a causa del conguaglio fiscale. Vediamo nel dettaglio cosa ci si può aspettare.
Il pagamento delle pensioni di gennaio 2025 verrà effettuato il 3, con un ritardo di un giorno rispetto al consueto primo giorno bancabile. Questo accade perché il 1° gennaio è festivo e, di conseguenza, l’accredito avviene il secondo giorno bancabile del mese. Il ritardo, sebbene non sia una novità, non fa che aumentare l’aspettativa e la preoccupazione dei pensionati che attendono il loro assegno.
Aumenti e rivalutazione delle pensioni
Il cedolino di gennaio 2025 includerà aumenti modesti dovuti alla rivalutazione annuale delle pensioni, che è stata fissata quest’anno allo 0,8%. Questa rivalutazione si basa sul tasso di inflazione e viene applicata alle pensioni secondo specifiche soglie stabilite dalla legge. In particolare, il meccanismo di rivalutazione prevede che:
- Per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo, si applica il 100% del tasso di rivalutazione.
- Per le pensioni comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo, il tasso scende al 90%.
- Infine, per le pensioni superiori a 5 volte il trattamento minimo, la rivalutazione è del 75%.
Per il 2025, la soglia del trattamento minimo è stata fissata a 603,39 euro, il che significa che le pensioni più basse beneficeranno di un incremento maggiore rispetto a quelle più elevate. Tuttavia, l’adeguamento, pur essendo presente, non sarà sufficiente a coprire l’aumento del costo della vita, che sta mettendo a dura prova le finanze di molti pensionati.
Esempi di rivalutazione
Ecco alcuni esempi pratici di come la rivalutazione influenzerà gli importi delle pensioni:
- Un pensionato con un assegno di 1.000 euro vedrà un aumento di 8 euro, portando l’importo a 1.008 euro.
- Per chi percepisce 2.000 euro, l’aumento sarà di 16 euro, con un nuovo totale di 2.016 euro.
- Anche per pensioni più elevate, come quelle di 3.000 euro, l’incremento sarà di soli 23,51 euro, portando l’importo a 3.023,51 euro.
Questi aumenti, sebbene apprezzabili, non sono in grado di compensare gli alti costi quotidiani, creando un’ulteriore pressione sui pensionati che già faticano ad arrivare a fine mese.
Conguaglio fiscale: il lato oscuro del cedolino
Tuttavia, le brutte notizie non finiscono qui. Il cedolino di gennaio sarà anche l’occasione in cui l’INPS effettuerà un conguaglio fiscale. Ciò significa che verrà eseguito un ricalcolo delle ritenute fiscali del 2023, e se le trattenute effettuate non sono state sufficienti a coprire quanto dovuto, i pensionati potrebbero trovarsi a ricevere un importo mensile nettamente ridotto.
Il conguaglio fiscale è un’operazione che può avere un impatto devastante sul reddito di molti pensionati. Se l’INPS ha calcolato meno imposte rispetto a quelle effettivamente dovute, procederà a recuperare la differenza sui ratei di gennaio e febbraio 2025. In taluni casi, questo recupero può comportare addirittura l’azzeramento dell’importo mensile in pagamento, un evento che spaventa non poco chi vive con un assegno pensionistico.
A rischiare di più sono coloro che nel corso del 2024 hanno percepito somme superiori a quelle che l’INPS aveva considerato inizialmente. Questi pensionati si trovano, quindi, a dover affrontare un conguaglio fiscale che potrebbe risultare molto oneroso. Se le imposte dovute superano l’importo della pensione, il pensionato potrebbe non ricevere alcun pagamento per il mese in corso.