INPS lancia il Reddito di Base: la nuova prestazione economica a sostegno delle famiglie con ISEE ridotto

Per le famiglie che rientrano in questo ISEE arrivano il Reddito di Base, una nuova prestazione economica di sostegno dell’INPS.

Negli ultimi anni, il dibattito sul reddito di base universale ha assunto un ruolo centrale nel panorama politico italiano, evidenziando le difficoltà nell’equilibrare l’assistenza sociale con la sostenibilità economica.

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INPS, arriva il Reddito di Base per le famiglie: come richiederlo – Ispacnr.it

Con l’introduzione della nuova misura chiamata Prestazione Universale, il Governo italiano sembra voler rispondere a una delle sfide più pressanti del nostro tempo: garantire un sostegno adeguato agli anziani non autosufficienti. Questo nuovo sussidio, che si inserisce nel contesto del ddl anziani (Gazzetta Ufficiale n°76 del 2023), si propone di alleviare le difficoltà economiche di una fascia della popolazione sempre più vulnerabile, quella degli over 80, che spesso si trova a fronteggiare costi elevati per le cure e l’assistenza.

Reddito di base o Prestazione Universale, come funziona

La Prestazione Universale è un intervento economico destinato agli anziani con bisogni assistenziali gravissimi, che abbiano compiuto almeno 80 anni. Questa misura è stata concepita per integrare l’assegno di accompagnamento attualmente in vigore, fornendo un sostegno economico supplementare di 850 euro mensili. In aggiunta ai 551,76 euro dell’assegno di accompagnamento, il totale disponibile per i beneficiari sarà di 1.401,76 euro al mese, una cifra che può rivelarsi cruciale per coprire le spese di assistenza domiciliare, come il pagamento di un badante, o per le spese di una clinica.

Questa iniziativa non solo riconosce le difficoltà economiche degli anziani, ma rappresenta anche un passo importante verso una maggiore inclusione sociale, permettendo a queste persone di ricevere le cure necessarie senza dover sacrificare la loro dignità. L’accesso alla Prestazione Universale è riservato a coloro che soddisfano specifici requisiti:

  1. Età: gli interessati devono avere almeno 80 anni.
  2. Bisogno assistenziale: deve essere attestato un livello di necessità assistenziale gravissimo, supportato da un parere medico e confermato dai dati presenti negli archivi dell’INPS.
  3. ISEE: l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente deve essere pari o inferiore a 6.000 euro, garantendo un aiuto mirato a chi si trova in condizioni economiche più difficili.
  4. Residenza: è necessaria la residenza in Italia, come condizione per poter beneficiare del sussidio.

Questi criteri sono stati pensati per garantire che l’aiuto venga effettivamente destinato a chi ne ha maggiore bisogno, riducendo il rischio di utilizzo improprio delle risorse pubbliche. L’INPS ha previsto meccanismi di controllo rigorosi per garantire che la Prestazione Universale venga utilizzata in modo appropriato. I pagamenti, infatti, devono essere tracciabili e utilizzati esclusivamente per le spese legate all’assistenza dell’anziano beneficiario.

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Reddito di Base per le famiglie: come richiederlo all’INPS e a chi spetta – Ispacnr.it

Qualora venga accertato un uso improprio dei fondi, il sussidio verrà revocato a partire dal mese successivo. Questa misura è fondamentale per evitare abusi e per garantire che le risorse pubbliche siano impiegate esclusivamente a favore del benessere delle persone non autosufficienti. Attualmente, la Prestazione Universale è un progetto sperimentale, valido dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026.

Tuttavia, se i risultati saranno positivi, si prevede che questa misura possa diventare permanente con la prossima manovra finanziaria. Questo approccio sperimentale consente di monitorare l’efficacia del sussidio e apportare eventuali modifiche necessarie prima di una sua implementazione definitiva.

In caso di conferma della Prestazione Universale, il governo dovrà valutare non solo la sostenibilità economica della misura, ma anche l’adeguatezza dell’importo mensile erogato. L’analisi dei risultati ottenuti durante il biennio di sperimentazione sarà fondamentale per capire se il sussidio è sufficiente a coprire le reali necessità degli anziani e se è possibile estenderlo ad altre categorie di popolazione vulnerabile.

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