Cambiano le regole sui pignoramenti nel 2025 in Italia. Ecco tutto quello che c’è da sapere per evitare problemi
Il pignoramento è l’atto che segna l’inizio dell’espropriazione forzata su richiesta di un creditore. Sebbene rappresenti una situazione delicata, esistono strumenti legali per tutelarsi e affrontare al meglio questa circostanza. Conoscere i propri diritti e le opzioni a disposizione è fondamentale per affrontare serenamente situazioni di difficoltà economica.
Dal 2025, alcune imposte non pagate non richiederanno più l’invio della cartella esattoriale per avviare il pignoramento. Sarà sufficiente un invito a pagare, seguito da procedure automatiche in caso di mancato pagamento entro 30 giorni.
Come evitare il pignoramento
Per i contribuenti che non riescono a saldare in un’unica soluzione le somme richieste dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdeR), è possibile accedere alla rateizzazione del debito. Le rate devono avere un importo minimo di 50 euro. Ovviamente, per ogni delucidazione più completa, il consiglio è sempre quello di affidarvi a professionisti del settore.
Con il pagamento della prima rata, si attivano importanti effetti sul debito e sulle procedure esecutive in corso:
- Le procedure esecutive, come i pignoramenti, vengono estinte se non è ancora avvenuto l’incanto o l’assegnazione dei crediti pignorati.
- Eventuali fermi amministrativi su beni mobili registrati, come automobili, vengono sospesi, a condizione che tutti i debiti siano inclusi nella richiesta di dilazione.
- È possibile richiedere la riduzione o restrizione di ipoteche iscritte in precedenza, a patto che il pagamento delle rate riduca il debito complessivo.
Il mancato pagamento di alcune rate, anche non consecutive, comporta la perdita dei benefici della rateizzazione. La richiesta di dilazione richiede la dimostrazione di una temporanea difficoltà economica. Questo consente di accedere a:
- Un massimo di 72 rate (6 anni) per difficoltà temporanee.
- Fino a 120 rate (10 anni) per difficoltà più gravi legate alla congiuntura economica.
Se la situazione economica peggiora ulteriormente, è possibile richiedere la rimodulazione del piano di rateizzazione.
La legge stabilisce che:
- La prima casa non può essere pignorata se rappresenta l’unico immobile del debitore, è adibita a residenza e non è considerata bene di lusso.
- Lo stipendio può essere pignorato fino a un massimo di 1/5 dell’importo netto mensile. Per crediti alimentari, la percentuale sale al 30%.
- Per i crediti dell’Agenzia delle Entrate, i limiti al pignoramento sono:
- 1/10 dello stipendio per importi fino a 2.500 euro;
- 1/7 per importi fino a 5.000 euro;
- 1/5 per importi superiori a 5.000 euro.