Una delle novità più apprezzate riguarda l’indennità di congedo parentale, che è stata elevata all’80% per un periodo di tre mesi
Il panorama dei sostegni al reddito e degli ammortizzatori sociali in Italia ha subito un significativo rinnovamento nel 2025, grazie a una serie di modifiche normative introdotte dal Collegato Lavoro 2024 (legge 13 dicembre 2024, n. 203), dalla legge 20 dicembre 2024, n. 199 e dalla Legge di bilancio 2025. Queste riforme mirano a rispondere alle crescenti esigenze di protezione dei lavoratori e delle famiglie, in un contesto economico in continua evoluzione. L’INPS ha emesso un comunicato per chiarire le principali novità, che ora andremo ad analizzare più nel dettaglio.
Il Collegato Lavoro ha introdotto una revisione delle norme riguardanti la compatibilità tra integrazione salariale e attività lavorativa. È stato stabilito che durante il periodo di fruizione del trattamento di integrazione salariale non è possibile svolgere attività lavorativa subordinata o autonoma per altri datori di lavoro. Questa misura è stata pensata per evitare abusi e garantire che i lavoratori in difficoltà ricevano il supporto necessario senza conflitti di interesse.
Le principali novità includono:
- Decadenza dal diritto all’integrazione salariale in caso di mancata comunicazione all’INPS riguardo a un’altra attività lavorativa.
- Norme specifiche per i fondi di solidarietà bilaterali, istituiti dopo il 1° maggio 2023, per rafforzare il supporto ai lavoratori.
- Regolamentazione chiara riguardo alla risoluzione del rapporto di lavoro per assenza ingiustificata, per garantire maggiore certezza.
Dalla Naspi al congedo parentale, tutti i sostegni che puoi richiedere nel 2025
Con la legge 20 dicembre 2024, n. 199, è stato ampliato il raggio d’azione delle misure di sostegno al reddito, includendo non solo i settori tessile, abbigliamento, calzaturiero e conciario, ma anche il comparto della pelletteria. Questo intervento si inserisce in una strategia più ampia di protezione dei lavoratori, riconoscendo l’importanza di settori spesso trascurati ma fondamentali per l’economia italiana.
Le principali caratteristiche di questa espansione sono:
- Inclusione di nuovi settori nel sostegno al reddito.
- Accoglimento favorevole da parte di sindacati e associazioni di categoria.
- Riduzione del rischio di disoccupazione in ambiti colpiti da crisi economiche.
La Legge di bilancio 2025 ha introdotto ulteriori cambiamenti significativi. Tra le misure più rilevanti c’è la proroga dei trattamenti straordinari di integrazione salariale, in particolare per i lavoratori delle aree di crisi industriale complessa e per i dipendenti del gruppo Ilva. Questa decisione è stata presa per sostenere i lavoratori di quei settori che stanno affrontando difficoltà straordinarie.
Inoltre, la legge prevede l’estensione della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per i processi di riorganizzazione aziendale complessi e per i piani di risanamento di difficile attuazione. Queste misure hanno lo scopo di fornire supporto a quelle aziende che, pur trovandosi in difficoltà, sono impegnate in un percorso di recupero e ristrutturazione. Il governo ha stanziato oltre 400 milioni di euro per finanziare gli ammortizzatori sociali, un investimento significativo che sottolinea l’impegno a favore della stabilità occupazionale.
Per quanto riguarda la Naspi, le novità introdotte sono più restrittive rispetto al passato. Infatti, chi viene licenziato dalla nuova occupazione potrà accedere all’assegno di disoccupazione solo se ha accumulato almeno 13 settimane di contribuzione nel nuovo impiego. Questo cambiamento ha suscitato preoccupazioni tra i lavoratori, in quanto potrebbe rendere più difficile l’accesso a un sostegno economico in caso di disoccupazione improvvisa.
Una delle novità più apprezzate riguarda l’indennità di congedo parentale, che è stata elevata all’80% per un periodo di tre mesi. Questa modifica rappresenta un passo avanti nel riconoscimento del valore del lavoro di cura, consentendo ai genitori di conciliare meglio le esigenze lavorative e familiari. Tuttavia, va notato che questo aumento non si applica nel caso in cui la madre o il padre abbiano terminato il congedo di maternità o di paternità entro il 31 dicembre 2024.