Cuocere così i cibi può causare il cancro ma pochi lo sanno: cosa dice la ricerca

Un recente studio scientifico ha acceso i riflettori sui rischi associati alla cottura degli alimenti. Ecco gli esiti della ricerca

Lo studio rappresenta una fase preliminare di ricerca e apre la strada a nuovi approfondimenti. I ricercatori intendono estendere le analisi ad altri alimenti e metodi di cottura, inclusi quelli che prevedono tempi più lunghi o diverse combinazioni di temperature.

Cottura alimenti, ricerca scientifica
La ricerca scientifica sulla cottura degli alimenti – (ispacnr.it)

Tra gli obiettivi futuri c’è anche la simulazione di preparazioni alimentari più realistiche per comprendere meglio l’impatto sul DNA del cibo e le sue implicazioni per la salute umana. La ricerca si unisce a un crescente corpus di studi che sottolineano il legame tra alimentazione e salute, invitando consumatori e istituzioni a riflettere sull’importanza di scelte alimentari consapevoli per il benessere a lungo termine.

Non cuocere i cibi così

Un recente studio scientifico ha acceso i riflettori sui rischi associati alla cottura degli alimenti a temperature elevate, evidenziando come questo processo possa alterare il DNA contenuto nei cibi e, potenzialmente, influenzare il DNA dei consumatori. La scoperta solleva preoccupazioni, indicando che pratiche comuni come friggere o arrostire potrebbero contribuire a un aumento del rischio di sviluppare il cancro.

Cottura alimenti, salute
Cottura degli alimenti e salute: lo studio – (ispacnr.it)

I ricercatori hanno dimostrato che cuocere cibi come carne rossa, carne di maiale e patate a temperature elevate provoca danni al DNA presente negli alimenti. Questo DNA alterato, una volta ingerito, potrebbe essere assorbito durante il processo digestivo e integrarsi nel DNA umano.

L’assorbimento di frammenti di DNA danneggiati potrebbe innescare mutazioni genetiche nel consumatore, aumentando così il rischio di cancro e altre patologie legate al deterioramento cellulare.

“Abbiamo dimostrato che la cottura può danneggiare il DNA nel cibo e che questo DNA danneggiato può rappresentare una nuova fonte di rischio genetico,” ha affermato il team di ricerca.

Per indagare questo fenomeno, i ricercatori hanno sottoposto carne macinata, carne di maiale e patate a due metodi di cottura:

  • Bollitura: 15 minuti a 100 °C.
  • Arrostitura: 20 minuti a 220 °C.

Successivamente, il DNA estratto dagli alimenti è stato analizzato dai ricercatori del National Institute of Standards and Technology (NIST). I risultati hanno evidenziato che in tutti i campioni analizzati il DNA aveva subito danni significativi, con un aumento dei danni proporzionale alle temperature di cottura più elevate.

Questo studio solleva interrogativi importanti sulle abitudini alimentari e sulle tecniche di cottura, richiamando l’attenzione sull’importanza di metodi di preparazione più salutari. Limitare l’uso di temperature eccessive, preferendo cotture più delicate, potrebbe essere una strategia efficace per ridurre il rischio di esposizione a DNA danneggiato e, di conseguenza, a possibili mutazioni genetiche.

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