Agenzia delle Entrate, raffiche di controlli in partenza: chi rischia di più

Con la crescente attenzione verso la compliance fiscale, i contribuenti sono invitati a monitorare attentamente le scadenze.

Il panorama fiscale italiano si prepara a un’intensificazione dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, in particolare nei confronti dei contribuenti che non hanno aderito al concordato preventivo biennale.

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Cosa devi controllare – ispacnr.it

Questa nuova fase di verifiche è parte di un piano più ampio, volto a promuovere la compliance fiscale e a recuperare eventuali evasori. Durante l’8° Forum Nazionale dei Commercialisti ed Esperti Contabili, il Direttore dell’Agenzia, Vincenzo Carbone, ha presentato le linee guida per le operazioni di verifica, delineando un quadro chiaro delle prossime azioni.

Il concordato preventivo biennale e le sue implicazioni

Il concordato preventivo biennale rappresenta uno strumento fondamentale per i contribuenti, offrendo la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale con condizioni agevolate. Tuttavia, la risposta degli utenti è stata al di sotto delle aspettative, con un numero limitato di adesioni.

Questa situazione ha portato l’Agenzia delle Entrate a intensificare i controlli, assicurando che coloro che non hanno partecipato al concordato siano sottoposti a verifiche più rigorose. Secondo l’articolo 34 del decreto legislativo n. 13/2024, l’Agenzia può attuare misure specifiche per i titolari di partita IVA che non hanno aderito, con l’obiettivo di incentivare una maggiore partecipazione.

Controlli basati sull’analisi del rischio

Contrariamente a quanto annunciato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, il Direttore Carbone ha confermato che non ci saranno liste selettive per i controlli. Le operazioni fiscali si baseranno sull’analisi del rischio, il che significa che l’Agenzia valuterà i dati e i comportamenti fiscali dei contribuenti, attivando i controlli solo in caso di anomalie riscontrate.

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Le operazioni fiscali si baseranno sull’analisi del rischio – ispacnr.it

Questa metodologia mira a rendere le operazioni più efficaci, concentrando le risorse su soggetti che presentano maggiori criticità.

Nonostante la chiusura dei termini per l’adesione al concordato preventivo biennale, i contribuenti hanno ancora tempo fino al 31 marzo 2025 per effettuare un ravvedimento speciale. Questa opportunità consente di regolarizzare la propria posizione, evitando sanzioni e recuperando debiti fiscali a condizioni più favorevoli.

È importante notare che nel 2025 sarà possibile riprendere l’adesione al concordato, con scadenza fissata per il 31 luglio 2025, rendendo valido l’accordo per gli anni di imposta 2025 e 2026.

Esclusioni e novità in arrivo

Tuttavia, non tutti i contribuenti potranno beneficiare di queste opportunità. Gli esercenti che operano con il regime forfetario non potranno aderire al concordato preventivo per il 2025, poiché tale possibilità è stata concessa solo per l’anno di imposta 2024. Inoltre, coloro che hanno già aderito nel 2024 rimarranno vincolati all’accordo per gli anni 2024 e 2025, escludendoli da un nuovo processo di adesione.

È fondamentale essere consapevoli che l’Agenzia delle Entrate potrebbe introdurre ulteriori novità riguardo al concordato preventivo biennale, lasciando aperte molte questioni sul futuro delle verifiche fiscali e delle modalità di adesione.

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