Questo indovinello è perfetto per mettere alla prova la tua intelligenza: riesci a risolverlo in poco tempo?
Su un’isola remota, circondata da acque cristalline e vegetazione lussureggiante, vive una tribù che segue una regola rigorosa: nessuno deve conoscere il colore dei propri occhi. Questa comunità è composta da mille abitanti, di cui cento hanno gli occhi blu e novecento gli occhi marroni.

La peculiarità di questa tribù è che nessuno, nonostante la loro intelligenza e la capacità di ragionare logicamente, è a conoscenza del proprio colore degli occhi. Per mantenere questa regola, sull’isola non ci sono specchi, l’acqua è conservata in contenitori opachi e parlare del colore degli occhi è severamente vietato.
Indovinello dei due con gli occhi blu: solo per veri geni
La vita sull’isola scorre tranquilla fino a quando un giorno un viaggiatore giunge in visita. Durante un banchetto in suo onore, pronuncia una frase che cambierà irrevocabilmente le vite degli isolani: “Che bello! Non sono l’unico qui ad avere gli occhi blu!”. Questa affermazione, apparentemente innocente e priva di significato, in realtà innesca una serie di eventi inarrestabili. Per comprendere il meccanismo che porta alla soluzione di questo indovinello, è utile ricorrere al principio di induzione matematica. Iniziamo considerando i diversi scenari che si presentano, a partire dal più semplice.

- Un isolano con gli occhi blu: immaginiamo di avere un solo isolano con gli occhi blu, chiamiamolo Andrea. Dopo la frase del viaggiatore, Andrea osserva attentamente il suo ambiente: non vede nessun altro con gli occhi blu. Di conseguenza, realizza che deve essere l’unico a possederli. Consapevole di questa verità, il giorno successivo decide di partire, infrangendo così la regola dell’isola. Gli altri isolani, vedendo che Andrea è partito, capiscono che non hanno occhi blu.
- Due isolani con gli occhi blu: ora, consideriamo il caso in cui ci siano due isolani con occhi blu, Andrea e Beatrice. Entrambi vedono un solo isolano con occhi blu e, inizialmente, suppongono che l’altro sia l’unico. Tuttavia, il giorno successivo, vedendo che nessuno parte, entrambi realizzano che devono avere gli occhi blu anche loro e partono il secondo giorno.
- Tre isolani con occhi blu: estendiamo ora il ragionamento a tre isolani con occhi blu, Andrea, Beatrice e Chiara. Ciascuno di loro vede due persone con occhi blu e ragiona come segue: “Se non ho gli occhi blu, allora solo gli altri due partono dopo due giorni.” Tuttavia, quando il secondo giorno passa senza partenza, ognuno di loro deduce che devono essere in tre e quindi partono il terzo giorno.

Questo schema di pensiero si applica anche ai cento isolani con occhi blu. Se ogni isolano aspetta fino al novantanovesimo giorno e nessuno parte, tutti capiscono che devono avere gli occhi blu e quindi partono al centesimo giorno. Il meccanismo che permette a tutti di arrivare a questa conclusione è la trasformazione della conoscenza individuale in conoscenza comune. Prima della dichiarazione del viaggiatore, gli isolani con occhi blu sapevano che ci fossero altri come loro, ma non erano a conoscenza del fatto che anche gli altri sapessero della loro esistenza.
La frase del viaggiatore ha creato una nuova consapevolezza collettiva: ora tutti sanno che gli altri sanno della loro condizione. Da questo momento in poi, il ragionamento si sincronizza, e con esso il tempo di attesa per le partenze. In conclusione, l’indovinello degli occhi blu non è solo un esercizio di logica, ma anche un’affascinante illustrazione di come la comunicazione e la conoscenza condivisa possano influenzare le decisioni e il comportamento di un gruppo.
La capacità di ragionare, unita alla comprensione della situazione collettiva, porta gli isolani a una risoluzione che sembra semplice ma che, nei suoi meccanismi, rivela una profondità sorprendente. La magia di questo indovinello risiede proprio nella sua apparente semplicità, che cela complessità e ricchezza di pensiero. Chi saprà risolverlo avrà dimostrato non solo di avere acume logico, ma anche di comprendere l’importanza della conoscenza condivisa in contesti complessi.