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Volevo donare la casa ai miei figli ma la banca si è opposta, può farlo? C’è solo un modo per difendersi

Cosa succede se la banca si oppone al tentativo di donazione della mia casa ai miei figli? Ecco cosa potrebbe accadere e come difendersi.

Stai pensando di trasferire la proprietà della tua casa ai tuoi figli, magari per proteggerli da eventuali problematiche future come una separazione o per pianificare una successione più serena? È un’intenzione lodevole, ma c’è un aspetto cruciale che non puoi trascurare: la situazione debitoria.

Volevo donare la mia casa ai miei figli ma la banca si è opposta: cosa succede in questi casi – Ispacnr.it

Se hai debiti in essere, la banca o altri creditori potrebbero opporsi a questo trasferimento di proprietà, rendendo la donazione inefficace. Ma come funziona esattamente questo meccanismo? E quali sono le modalità per tutelarsi?

La banca si è opposta alla donazione della casa ai miei figli

Immagina il caso di Marco, un imprenditore edile in difficoltà finanziaria, che ha accumulato debiti con banche e fornitori. Per evitare che la sua casa di famiglia venga pignorata, decide di donarla ai propri figli, mantenendo per sé e per la moglie l’usufrutto. Marco pensa di aver trovato una soluzione sicura, ma in realtà si sta preparando a un potenziale conflitto legale. La legge italiana prevede un potente strumento a tutela dei creditori: l’azione revocatoria ordinaria, nota anche come “azione pauliana”.

Questo strumento consente ai creditori di contestare e rendere inefficaci gli atti di disposizione patrimoniale, come la donazione, che riducono il patrimonio del debitore. Se il debitore, come nel caso di Marco, decide di donare un bene per svuotare il proprio patrimonio e sfuggire ai creditori, questi ultimi possono chiedere che la donazione venga dichiarata inefficace nei loro confronti. È importante chiarire che “inefficace” non significa “nulla”: la donazione rimane valida tra il donante e i beneficiari, ma i creditori possono comportarsi come se il bene fosse ancora di proprietà del debitore, procedendo al pignoramento. Per comprendere meglio come funziona, consideriamo alcuni esempi pratici:

  • Mario, un debitore con un prestito di 100.000 euro, decide di donare la sua unica casa al figlio per evitare il pignoramento. Tuttavia, la banca può invocare l’azione revocatoria, che le consente di pignorare la casa come se fosse ancora di Mario.
  • Giulia, che dona la casa ai figli prima di contrarre un finanziamento, avrà una posizione più solida, poiché la finanziaria avrà difficoltà a dimostrare che la donazione fosse un tentativo fraudolento.

Se sei un debitore e desideri tutelarti, ci sono alcune strategie da considerare:

  • Se hai contratto debiti dopo la donazione, la legge consente di contestare l’azione revocatoria. Pertanto, se la donazione è avvenuta prima dell’insorgere del debito, non può essere attaccata dai creditori.
  • Un’altra opzione è quella di attendere cinque anni: questo è il termine di decadenza per l’azione revocatoria. Superato questo periodo, la donazione diventa intoccabile.
  • Se hai altre proprietà o beni, potresti dimostrare che la donazione non ha creato un danno ai creditori, poiché c’è ancora un patrimonio su cui possono soddisfare i loro crediti.
La banca si oppone alla mia donazione della casa ai miei figli: come difendersi – Ispacnr.it

La questione si complica ulteriormente in caso di separazione. Molti genitori, in questo frangente, decidono di intestare la casa ai figli per garantire loro un tetto sicuro. Tuttavia, anche questa scelta può essere oggetto di azione revocatoria. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6648/2025, ha chiarito che non importa se la donazione avvenga tramite accordo di separazione o atto notarile,se esistono debiti e la donazione riduce la capacità del debitore di farvi fronte, il creditore ha il diritto di agire.

Se il creditore ottiene ragione in sede di azione revocatoria, la donazione diventa inefficace nei suoi confronti. In questo caso, il creditore può pignorare la casa, procedere alla vendita all’asta e soddisfarsi con il ricavato. I figli e il coniuge usufruttuario non perdono automaticamente la proprietà, ma la loro posizione giuridica diventa instabile, poiché potrebbero perdere il bene in seguito all’asta.

Se temi un’azione revocatoria o l’hai già ricevuta, è fondamentale rivolgerti a un avvocato esperto in diritto civile e, se pertinente, in diritto di famiglia. La difesa migliore consiste nel dimostrare di avere altri beni sufficienti a garantire il credito o di contestare l’esistenza del debito stesso. Infine, prima di procedere con una donazione, è consigliabile effettuare un “check-up” finanziario per assicurarsi di non avere debiti nascosti e considerare tutte le possibili conseguenze legali di tale decisione.

Mattia Senese

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