Ictus, elimina subito questi alimenti comunissimi dalla tua dieta: ti distruggono il cervello lentamente

Il consumo di alcuni alimineti può rivelarsi molti nocivo per la salute del cervello e portare all’ictus: ecco quali sono quelli da evitare. 

Un recente studio ha messo in luce un legame preoccupante tra il consumo di alimenti ultraprocessati e un aumento del rischio di declino cognitivo e ictus, anche per coloro che cercano di seguire diete considerate salutari come la dieta mediterranea, la DASH o la MIND. Queste diete, basate prevalentemente su alimenti vegetali, incoraggiano il consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi e semi, mentre limitano zuccheri, carne rossa e alimenti ultraprocessati. Tuttavia, anche un piccolo aumento nell’assunzione di cibi ultraprocessati può avere effetti significativi sulla salute cerebrale.

salute del cervello e cibo processato
I pericoli di alcuni alimenti per la salute del cervello – ispacnr.it

Rischi associati agli alimenti ultraprocessati

Il cardiologo Dr. Andrew Freeman, direttore della prevenzione cardiovascolare e del benessere al National Jewish Health di Denver, ha commentato i risultati dello studio, evidenziando che un incremento del 10% nell’assunzione di alimenti ultraprocessati è associato a un aumento del 16% del rischio di compromissione cognitiva. Sebbene lo studio possa solo mostrare un’associazione e non una diretta correlazione causale, i dati suggeriscono che l’aggiunta di questi alimenti alla dieta possa avere conseguenze drammatiche.

Dall’altra parte, il consumo di alimenti non ultraprocessati o minimamente lavorati è stato collegato a una riduzione del 12% nel rischio di declino cognitivo. Questi alimenti includono frutta e verdura fresche, uova e latte, mentre i cibi minimamente lavorati possono comprendere ingredienti culinari come sale, erbe e oli, oltre a prodotti come legumi in scatola e verdure surgelate.

alimenti ultraprocessati e rischio di ictus
Il rischio di ictus dal consumo di alimenti ultraprocessati – ispacnr.it

L’impatto negativo di questi alimenti sulla salute è amplificato dalle loro caratteristiche nutrizionali, poiché spesso sono ricchi di zuccheri aggiunti e sale, ma poveri di fibre. Questa composizione può contribuire a problemi di salute cardiometabolica, come l’obesità, il diabete di tipo 2 e l’ipertensione. Queste condizioni non solo compromettono la salute fisica, ma possono anche influire negativamente sulla salute cognitiva.

Lo studio ha analizzato i dati di circa 30.000 partecipanti coinvolti nel REGARD, uno studio che indaga le ragioni delle differenze geografiche e razziali negli ictus. Tra i partecipanti, il rischio di ictus è risultato superiore dell’8% per coloro che hanno aumentato maggiormente il consumo di alimenti ultraprocessati, rispetto a chi consumava alimenti minimamente lavorati. Per i partecipanti di origine afroamericana, il rischio è aumentato fino al 15%, probabilmente a causa della maggiore incidenza di ipertensione in questa popolazione.

Necessità di un cambiamento

Ci si interroga quindi su quali siano gli aspetti degli alimenti ultraprocessati che possano compromettere gli sforzi per mantenere una dieta sana. Tra i fattori chiave vi sono la loro scarsa composizione nutrizionale e la tendenza a provocare picchi glicemici, che possono portare a patologie come il diabete di tipo 2 e l’obesità. Inoltre, l’uso di additivi come emulsionanti, coloranti e dolcificanti potrebbe interferire con l’ecosistema microbico intestinale e innescare processi infiammatori, aumentando ulteriormente il rischio di patologie vascolari.

Alla luce di questi risultati, è essenziale ripensare il modo in cui consideriamo gli alimenti ultraprocessati e promuovere alternative più sane. La necessità di rendere disponibili opzioni alimentari più salutari, in particolare per le popolazioni vulnerabili e nelle cosiddette “desertificazioni alimentari”, è diventata una priorità. È fondamentale che si instauri una maggiore consapevolezza riguardo ai rischi associati agli alimenti ultraprocessati, simile agli avvertimenti presenti sulle confezioni di sigarette, affinché le persone possano fare scelte più informate per la loro salute.

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