Negli ultimi giorni, l’emergenza sanitaria legata ha assunto proporzioni inquietanti negli Stati Uniti, con oltre 600 casi accertati.
La situazione ha attirato l’attenzione di esperti e funzionari sanitari, che avvertono che ciò che stiamo osservando potrebbe essere solo l’inizio di un’epidemia più ampia. Il Segretario della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy Jr., ha esortato la popolazione a vaccinarsi contro il morbillo, sottolineando l’importanza di una scelta informata, pur rimanendo contrario a eventuali obblighi vaccinali.

Attualmente, il Texas è il centro principale dell’epidemia, con 505 casi accertati, seguito dal Nuovo Messico con 56 e dall’Oklahoma con 10 casi, di cui otto confermati e due probabili. Anche il Kansas ha segnalato 24 casi, potenzialmente legati a questo focolaio. L’epidemia è iniziata nella contea rurale di Gaines, in Texas, ma ora si sta espandendo in 21 contee dello stato. Le autorità locali esprimono preoccupazione per la diffusione del virus in aree densamente popolate, come i centri urbani, dove il rischio di contagio è notevolmente aumentato.
Katherine Wells, direttrice della salute pubblica di Lubbock, ha avvertito riguardo a possibili esposizioni in luoghi pubblici come supermercati e centri commerciali, dove una singola infezione potrebbe colpire un numero elevato di persone. Questo è particolarmente preoccupante, poiché in queste aree urbane la popolazione è significativamente più alta rispetto a quella delle comunità rurali. L’approccio delle autorità sanitarie dovrà quindi essere mirato a identificare chi è a rischio e chi necessita di isolamento. Tuttavia, molte istituzioni sanitarie locali lamentano che i recenti tagli ai finanziamenti da parte dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) stanno ostacolando i loro sforzi epidemiologici.
L’importanza della vaccinazione
Un focolaio particolare è emerso in un asilo nido a Lubbock, dove sono stati confermati sette casi di morbillo tra bambini di età inferiore ai 5 anni. Questo è un segmento della popolazione particolarmente vulnerabile, poiché molti di questi bambini non hanno ancora ricevuto la seconda dose del vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia (MMR). Le linee guida del CDC raccomandano normalmente una prima dose tra i 12 e i 15 mesi e una seconda dose tra i 4 e i 6 anni. Tuttavia, in situazioni di epidemia, queste raccomandazioni possono essere riviste.
In risposta all’emergenza, il dipartimento della salute locale sta incoraggiando la vaccinazione di altri bambini nell’asilo nido, in linea con le raccomandazioni del Dipartimento della Salute della Texas, che suggerisce di somministrare la seconda dose ai bambini di età compresa tra 1 e 4 anni il prima possibile. Inoltre, i neonati tra i 6 e gli 11 mesi possono ricevere una dose anticipata del vaccino MMR, riprendendo poi il normale schema vaccinale.

Gli esperti avvertono che, data la natura altamente contagiosa del morbillo e i tassi di vaccinazione in calo in molte aree del paese, è probabile che l’epidemia continui a crescere, potenzialmente per oltre un anno. Inoltre, la continua diffusione del virus potrebbe compromettere lo status di eliminazione del morbillo che gli Stati Uniti hanno conquistato nel 2000. Dr. Amesh Adalja, esperto del Johns Hopkins Center for Health Security, ha affermato che questa situazione potrebbe mettere a dura prova gli sforzi di eliminazione del virus non solo negli Stati Uniti, ma anche nelle Americhe.
È importante notare che, rispetto ad altre recenti epidemie negli Stati Uniti, i casi in questo focolaio potrebbero essere sottostimati. Adalja ha spiegato che gran parte dei casi si è verificata all’interno di comunità di Mennoniti, notoriamente con tassi di vaccinazione più bassi, il che potrebbe portare a una reticenza a sottoporsi a test. Di conseguenza, gli esperti sospettano che il numero reale di casi sia significativamente più elevato rispetto a quanto riportato ufficialmente.