La notizia, confermata in queste ore, segna la fine di un’epoca per la Chiesa e per il mondo, ci lascia Papa Francesco all’età di 88 anni.
Il Pontefice si è spento dopo un lungo periodo di fragilità fisica, le sue condizioni di salute, che lo avevano costretto al ricovero, sono peggiorate: era stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma a partire dal 14 febbraio per una bronchite che aveva preoccupato i medici e i fedeli di tutto il mondo. Salito al soglio pontificio nel marzo del 2013, Papa Francesco è stato il 266° Papa nella storia della Chiesa cattolica. Ora si apre ufficialmente la sede vacante, preludio al Conclave che eleggerà il suo successore: il 267° Papa.
La sua morte non rappresenta solo la scomparsa di un capo religioso, ma anche quella di un capo di Stato e di una delle personalità più influenti della scena internazionale. Nel 2018 la rivista Forbes lo aveva inserito tra le figure più potenti al mondo, posizionandolo al sesto posto.
La notizia del decesso ha immediatamente fatto il giro del mondo, raggiungendo milioni di fedeli. In queste ore, moltissimi stanno esprimendo cordoglio e riconoscenza nei confronti di un pontefice percepito come simbolo di apertura, umiltà e rinnovamento. L’impatto delle sue idee – spesso considerate “progressiste” – ha attraversato i confini del cattolicesimo, toccando anche altre confessioni cristiane. Non va dimenticato che la Chiesa cattolica conta oggi circa 1,4 miliardi di fedeli, mentre l’intero mondo cristiano supera i 2,3 miliardi, distribuiti in ogni angolo del pianeta: dall’Asia all’Africa, dall’Oceania alle Americhe, passando per il Medio Oriente e l’Europa.
Jorge Mario Bergoglio è stato un pontefice rivoluzionario anche per le sue origini: primo Papa proveniente dal continente americano, primo gesuita e primo a dichiararsi apertamente ecologista. Nato a Buenos Aires nel 1936, è stato arcivescovo della capitale argentina dal 1998 e cardinale dal 2001. La sua elezione nel 2013 arrivò dopo la storica rinuncia di Benedetto XVI, evento unico nella storia moderna della Chiesa. Da allora, Francesco ha dedicato il suo pontificato ai poveri, agli emarginati e a una profonda riforma della Chiesa.
Tra i tratti più distintivi del suo papato vi è stata la lotta per la trasparenza economica in Vaticano e la tolleranza zero contro gli abusi sessuali. Due fronti delicatissimi che Bergoglio ha affrontato con determinazione, promuovendo riforme significative che hanno contribuito a ricostruire la credibilità della Chiesa e a riavvicinarla a una parte del mondo ormai distante dalle istituzioni religiose.
Nel 2023, ad esempio, firmò la dichiarazione Fiducia Supplicans, che aprì alla possibilità di benedizioni, seppur non ritualizzate, per le persone omosessuali e le coppie non riconosciute dalla dottrina tradizionale. Un gesto che segnò un ulteriore passo verso una Chiesa più inclusiva.
Francesco fece largo uso anche dei motu propri – atti normativi promulgati direttamente dal Papa – per introdurre modifiche legislative e disciplinari, a testimonianza della sua volontà di intervento diretto e deciso.
Tra i documenti più importanti del suo magistero, spiccano due encicliche: Laudato Si’, un appello alla salvaguardia del creato e all’azione contro il cambiamento climatico, e Fratelli Tutti (2020), incentrata sulla fraternità universale, il dialogo e la solidarietà tra i popoli.
Papa Francesco ha anche interpretato con forza il suo ruolo politico. Ha promosso la pace, la mediazione nei conflitti e l’accoglienza dei migranti, opponendosi con decisione alla militarizzazione dei confini, ai respingimenti e ai rimpatri forzati. Nel 2024, parlando delle migrazioni irregolari, affermò:
«In quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci. E ce ne sono, purtroppo. Ma non è attraverso leggi più restrittive, non è con la militarizzazione delle frontiere, non è con i respingimenti che otterremo questo risultato».
L’obiettivo dichiarato di Papa Francesco era quello di costruire una Chiesa più vicina alle persone, più misericordiosa, più sensibile ai cambiamenti del mondo contemporaneo. Un intento ambizioso, che ha trovato consenso e allo stesso tempo resistenze. Tra i suoi oppositori più noti, l’ex nunzio Carlo Maria Viganò, le cui pesanti critiche portarono infine alla sua scomunica.
Nonostante le opposizioni, l’impronta di Francesco resterà indelebile: quella di un pastore capace di parlare a tutti, credenti e non, con il linguaggio della compassione, della giustizia e della speranza. Un Papa che ha provato – e in gran parte riuscito – a traghettare la Chiesa nel XXI secolo.
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